In ogni famiglia italiana che si rispetti non può mancare la ricetta della pasta e fagioli che si tramanda di generazione in generazione: io adoro quella di mia madre e, senza mai (o quasi) chiederle ingredienti ed esecuzione, ho sempre cercato di apprendere i suoi segreti "con gli occhi".
Prima d'ora non mi ero mai cimentata nella preparazione di questa gustosissima e nutriente zuppa, soprattutto perché il lavoro ruba (ahimé) molto del mio tempo libero, riducendo i miei pasti a spuntini veloci e malsani.
Stasera però ce l'ho fatta: ieri (sabato o domenica sono i giorni dedicati alla "spesona") ho trovato dei borlotti freschi ed è scattata la molla.
Sgranare i fagioli dal loro baccello venato di rosa e di bianco è stato recuperare i ricordi di una lontana e felice infanzia quando tale operazione non era altro che uno spassosissimo sollazzo.
Allontanandomi dal capolavoro della adorata genitrice, ho inserito ingredienti che amo molto e tolto altri di cui non disponevo, dando vita alla mia versione.
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